"Io sono un lago nel quale si muovono fantastiche creature, nel quale tu giochi come un ragazzo. La tua pelle bruna è luminosa e l'acqua si muove sopra le tue membra come fossero mani, le mie mani che non ti toccheranno mai, le mie mani che domani sera, in un lago di silenzio in ascolto, si protenderanno verso la platea, verso migliaia di persone, traendo amore per loro dal consumato dolore del mio spirito. [...] Pertanto, mio carissimo, volgiti ora verso tua moglie, accogli la sua testa sulle spalle e dolcemente addormentatevi cedendo al sonno del vostro amore. Ti lascio libero di abbandonarti alle tue gioie, senza di me. Ti lascio al tuo amore. Ti lascio alla tua vita".

Questo racconto mi ha sempre affascinata moltissimo per la sua intensità, il suo pathos e la sua vibrante forza. Le parole di Victoria Carrington, la protagonista, mi stordiscono. L'uomo in questione non sa nemmeno della sua esistenza, ma il mondo che lei ha creato attorno ha lui è al contempo inquietante e straordinario. Racconto davvero notevole, come del resto tutta l'opera di Doris Lessing.