Dostoevskij depresso, poverino :-)


Dalla prefazione de "Il Sosia" (Dall'edizione del 2009 a cura della BUR Biblioteca Universale Rizzoli)

Fine 1845:
"Goljadkin a tutt'oggi non è ancora finito (...) Goljadkin riesce magnificamente, sarà il mio chef-d'oeuvre".

1° febbraio 1846:
"Oggi esce Goljadkin. Quattro giorni fa lo stavo ancora scrivendo (...) Goliadkin è dieci volte superiore a Povera gente. I nostri dicono che dopo le Anime morte in Russia non c'è stato niente di simile e che si tratta di un'opera geniale e mi fanno un sacco di complimenti! Con quante speranza mi guardano tutti! Effettivamente Goliadkin mi è riuscito come meglio non si poteva. Ti piacerà come non so cosa! Ti piacerà persino più delle Anime morte, lo so"

1° aprile 1846:
"Ecco che cosa mi ripugna e mi tormenta: i nostri, Belinskij e tutti quanti sono scontenti di me per Goljadkin. La prima impressione era stata incondizionato entusiasmo, gran parlare, chiasso, dicerie. La seconda è stata la critica: proprio tutti, tutti all'unisono, cioè i nostri e tutto il pubblico, trovano che Goljadkin è così noioso e fiacco e così prolisso che leggerlo è impossibile. Ma la cosa più comica è che tutti se la prendono con me per la prolissità e tutti senza eccezione leggono e rileggono d'un sol fiato (...) Quanto a me, per un istante sono persino caduto nello sconforto. Io ho un vizio terribile: un amor proprio e un'ambizione senza limiti. L'idea di aver ingannato le speranze e di aver rovinato un'opera che sarebbe potuta essere grande mi uccide. Goljadkin mi è diventato odioso. Molte sue pagine sono scritte in fretta e in uno stato di stanchezza. La prima metà è meglio della seconda. Accanto a pagine splendide, c'è della porcheria, che fa venire la nausea e fa passare la voglia di leggere. Tutto questo mi ha creato per un po' un inferno, ed io mi sono ammalato dal dolore."

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