facebook twitter instagram pinterest

Buddy Glass Wannabe


(la colonna sonora dei miei pensieri del momento)

Sono terribilmente preoccupata per l'ultima notte dell'anno. Da sempre mi tiene sveglia e non solo per la confusione che regna per le strade. Mi circondo di persone che facciano tanto rumore per non sentirmi sola, e in effetti non lo sono. Ma mi mancano tanto delle persone che non potranno essere qui con me perché sono lontane (fisicamente, idealmente...) oppure perché mi sono state strappate via. Quest’anno in particolare, già da un po', sto sentendo le spire di questa notte che sta per arrivare (pure illusioni di una certa dolcezza) stringermisi attorno al collo, lente e setose, quasi fino a soffocarmi. I palinsesti televisivi del periodo che va da Natale a Capodanno, oltretutto, sembrano essere fatti apposta per dare l'ultima, decisa stretta finale. Mi sono sempre chiesta come sia possibile che nessuno abbia un minimo di riguardo per le persone che sono costrette a passare le festività sole come cani. Non aiutano per niente... Prendiamo ad esempio “La vita è meravigliosa”: James Stewart
recita benissimo, e Frank Capra è stato in grado di mettere in scena uno tra i film più commoventi e positivi che io abbia mai visto. George Bailey rientra in casa dopo aver capito quanto la sua vita sia importante per l’intera comunità, comunità che lo ringrazierà dimostrandogli una solidarietà e un affetto che lo porteranno a pensare che nessuno è veramente povero, se ha degli amici. E chi invece di amico non ne ha nessuno? Chi è solo ed emarginato? Come può un film simile farlo sentire meglio durante le feste? Questo pensiero mi turba fin dall’infanzia.
Share
Tweet
Pin
Share
4 commenti

Somewhere I have never traveled, gladly beyond
any experience, your eyes have their silence:
in your most frail gesture are things which enclose me,
or which I cannot touch because they are too near

your slightest look easily will unclose me
though I have closed myself as fingers,
you open always petal by petal myself as Spring opens
(touching skilfully, mysteriously) her first rose

or if your wish be to close me, I and
my life will shut very beautifully, suddenly,
as when the heart of this flower imagines
the snow carefully everywhere descending;

nothing which we are to perceive in this world equals
the power of your intense fragility: whose texture
compels me with the colour of its countries,
rendering death and forever with each breathing

(I do not know what it is about you that closes
and opens; only something in me understands
the voice of your eyes is deeper than all roses)
nobody, not even the rain, has such small hands


Là dove non sono mai stato, piacevolmente oltre
ogni esperienza, i tuoi occhi hanno il loro silenzio:
nel tuo gesto più delicato ci sono cose che m’imprigionano,
o che non posso toccare perché mi sono troppo vicine

il tuo più tenue sguardo facilmente mi aprirà
benchè abbia chiuso me stesso come dita,
sempre mi apri petalo per petalo come la Primavera fa
(sfiorando abilmente, misteriosamente) la sua prima rosa

o se il tuo desiderio sia chiudermi, io e
la mia vita ci chiuderemo di scatto meravigliosamente, improvvisamente,
come quando il cuore di questo fiore s’immagina
la neve scendere con cautela ovunque;
niente di tutto ciò che sperimenteremo in questo mondo è pari
alla forza della tua intensa delicatezza: la cui trama
mi costringe nel colore delle sue terre,
rendendo omaggio alla morte e per sempre ad ogni respiro

(non so cosa sia in te che chiude
e apre; solo qualcosa mi dice
che la voce dei tuoi occhi è più profonda di tutte le rose)
nessuno, nemmeno la pioggia, ha mani tanto piccole
Share
Tweet
Pin
Share
No commenti
 

"Ma mentre tutte le sue relazioni e tutti i suoi flirts erano stati ciascuno la realizzazione più o meno completa di un sogno nato dalla vista di un volto o di un corpo che Swann, spontaneamente, senza il minimo sforzo, aveva trovato affascinanti, quando un giorno a teatro egli fu presentato a Odette de Crécy da un amico d'altri tempi che gli aveva parlato di lei come di una donna incantevole con la quale avrebbe forse  potuto combinare qualcosa, dipingendogliela tuttavia come più difficile di quanto in realtà non fosse per arrogarsi il merito di avergli usato una maggior cortesia facendogliela conoscere, ella era invece apparsa a Swann non certo priva di bellezza, ma d'un genere di bellezza che gli era indifferente, che non gli ispirava alcun desiderio e gli suscitava anzi una sorta di repulsione fisica, una di quelle donne come ne esistono per tutti, diverse per ciascuno, e che sono l'opposto del tipo reclamato dai nostri sensi."

Le avete contate? :-)

(Tratto da "Un amore di Swann", edito da Mondadori)
Share
Tweet
Pin
Share
No commenti

Dalla prefazione de "Il Sosia" (Dall'edizione del 2009 a cura della BUR Biblioteca Universale Rizzoli)

Fine 1845:
"Goljadkin a tutt'oggi non è ancora finito (...) Goljadkin riesce magnificamente, sarà il mio chef-d'oeuvre".

1° febbraio 1846:
"Oggi esce Goljadkin. Quattro giorni fa lo stavo ancora scrivendo (...) Goliadkin è dieci volte superiore a Povera gente. I nostri dicono che dopo le Anime morte in Russia non c'è stato niente di simile e che si tratta di un'opera geniale e mi fanno un sacco di complimenti! Con quante speranza mi guardano tutti! Effettivamente Goliadkin mi è riuscito come meglio non si poteva. Ti piacerà come non so cosa! Ti piacerà persino più delle Anime morte, lo so"

1° aprile 1846:
"Ecco che cosa mi ripugna e mi tormenta: i nostri, Belinskij e tutti quanti sono scontenti di me per Goljadkin. La prima impressione era stata incondizionato entusiasmo, gran parlare, chiasso, dicerie. La seconda è stata la critica: proprio tutti, tutti all'unisono, cioè i nostri e tutto il pubblico, trovano che Goljadkin è così noioso e fiacco e così prolisso che leggerlo è impossibile. Ma la cosa più comica è che tutti se la prendono con me per la prolissità e tutti senza eccezione leggono e rileggono d'un sol fiato (...) Quanto a me, per un istante sono persino caduto nello sconforto. Io ho un vizio terribile: un amor proprio e un'ambizione senza limiti. L'idea di aver ingannato le speranze e di aver rovinato un'opera che sarebbe potuta essere grande mi uccide. Goljadkin mi è diventato odioso. Molte sue pagine sono scritte in fretta e in uno stato di stanchezza. La prima metà è meglio della seconda. Accanto a pagine splendide, c'è della porcheria, che fa venire la nausea e fa passare la voglia di leggere. Tutto questo mi ha creato per un po' un inferno, ed io mi sono ammalato dal dolore."
Share
Tweet
Pin
Share
No commenti

Stamattina sento il freddo di cui si parla nei romanzi di Dickens! C'è un gran bel sole e nessuna nuvola nel cielo. Nonostante tutto, però, ogni strada che mi ritrovo a percorrere è perennemente all'ombra e mi sto congelando. Ora sono in fila nello studio del mio dottore e mi trovo nella classica situazione di chi sa quando arriva in un posto ma non sa quando potrà mai uscirne. Perciò eccomi qui a scrivere qualcosina con la tastiera un po' striminzita del cellulare.
Mentre stavo camminando di buon passo per non congelare, uno dei pensieri che mi ha sostenuta e mi ha dato la forza di arrivare qui il prima possibile (che esagerazione!) è stato che qui davanti c'è una pizzeria. Avevo una gran fame e il mio stomaco si faceva sentire in modo sempre più impaziente e aggressivo, cosa che ha il potere di influire gravemente sul mio umore. Pregustavo il momento in cui sarei arrivata qui davanti e avrei dato un morso (ma molti di più, in effetti...) a quelle splendide pizzette rosse con bordo abbrustolito e croccante, che ti ungono un po' le dita ma che hanno il gran pregio di farti sorridere come una bambina. E mentre mi avvicinavo alla mia tanto desiderata meta, non riuscivo a togliermi dalla mente il primo verso di questa poesia di Nazim Hikmet, del 1959. Ci pensavo e mi sono detta che effettivamente l'effetto che mi fa l'amore e la felicità che riesce a darmi somiglino molto a come mi fa sentire dare un morso a quelle pizette. E a tanto altro.

Ti amo come se mangiassi il pane spruzzandolo di sale
come se alzandomi la notte bruciante di febbre
bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto
Ti amo come guardo il pesante sacco della posta
non so che cosa contenga e da chi
pieno di gioia pieno di sospetto agitato
Ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo
Ti amo come qualche cosa che si muove in me
quando il crepuscolo scende su Istanbul poco a poco
Ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.

Poesia meravigliosa!

© 2011 Maria Pamela Menale
Share
Tweet
Pin
Share
No commenti

Come mi piacciono i mezzi pubblici...
Sono un tipo un po' solitario, ma ci sono giorni in cui ho bisogno del contatto con altri esseri umani. Il treno affollato mi offre la possibilità di ricevere un gigantesco abbraccio collettivo.
Mi piace molto osservare le persone. Gli esseri umani mi entusiasmano. Mi entusiasmano i loro lineamenti tutti diversi, le loro voci (specialmente quelle straniere. Mi piace poter dire "Lui è irlandese, lei è inglese, lui è americano, lei è australiana..."), i loro occhi (alcuni persi nel vuoto, alcuni fissi sui miei, alcuni persi in qualche riflessione), i loro manierismi, i loro atteggiamenti corporei, perfino i loro odori (quando non esagerano...). Mi piace che qualcuno, alzandosi, lasci il sedile caldo per me. Mi piacciono le persone che non si spostano infastidite se, per l'affollamento, il tuo braccio tocca il loro. Sembrano le parole della persona più sola del mondo, ma quando questo accade, una parte del mio cuore si riempie di una strana gratitudine nei loro confronti.
Share
Tweet
Pin
Share
No commenti
 

Capitolo primo. "Adorava New York. La idolatrava smisuratamente..." No, è meglio "la mitizzava smisuratamente", ecco. "Per lui, in qualunque stagione, questa era ancora una città che esisteva in bianco e nero e pulsava dei grandi motivi di George Gershwin..."
No, fammi cominciare da capo... capitolo primo. "Era troppo romantico riguardo a Manhattan, come lo era riguardo a tutto il resto: trovava vigore nel febbrile andirivieni della folla e del traffico. Per lui New York significava belle donne, tipi in gamba che apparivano rotti a qualsiasi navigazione..." Eh no, stantio, roba stantia, di gusto... insomma, dai, impegnati un po' di più... da capo.

Capitolo primo. "Adorava New York. Per lui era una metafora della decadenza della cultura contemporanea: la stessa carenza di integrità individuale che porta tanta gente a cercare facili strade stava rapidamente trasformando la città dei suoi sogni in una..."
Non sarà troppo predicatorio? Insomma, guardiamoci in faccia: io questo libro lo devo vendere.

Capitolo primo. "Adorava New York, anche se per lui era una metafora della decadenza della cultura contemporanea. Com'era difficile esistere, in una società desensibilizzata dalla droga, dalla musica a tutto volume, televisione, crimine, immondizia..."
Troppo arrabbiato. Non devo essere arrabbiato.

Capitolo primo. "Era duro e romantico come la città che amava. Dietro i suoi occhiali dalla montatura nera, acquattata ma pronta al balzo, la potenza sessuale di una tigre..."

No, aspetta, ci sono: "New York era la sua città, e lo sarebbe sempre stata..."
Share
Tweet
Pin
Share
No commenti
Newer Posts
Older Posts

About me

M. Pamela Menale

Sono nata nel 1982 e non ho una biografia interessante: la mia vita ha più o meno gli stessi ritmi di quella di un gatto. Ho nel cuore i miei personaggi da vent'anni ma scrivo di loro da dieci. Ho scritto una trilogia di noir romantici che, fondamentalmente, parla di gente che cerca di non spararsi un colpo in testa. Greg Barrett è il mio protagonista e il mio lavoro è quello di parlarvi della sua anima.

La trilogia di Greg Barrett...

La trilogia di Greg Barrett...

...su Amazon

  • TRACCIA NASCOSTA (Volume 1)
  • SHUFFLE (Volume 2)
  • HARTFORD.NEW YORK (Volume 3)

Follow Me

  • facebook
  • twitter
  • pinterest
  • instagram

Blog che amo

  • Parole controluce

Maria Pamela's bookshelf: read

La ragazza del convenience store
really liked it
La ragazza del convenience store
by Sayaka Murata
tagged: giapponese
I nomadi
really liked it
I nomadi
by John Steinbeck
tagged: americana, audible e non-fiction
The Sun and Her Flowers
liked it
The Sun and Her Flowers
by Rupi Kaur
tagged: indiana, librialfemminile-2018 e poesia
Una bambina e basta
it was amazing
Una bambina e basta
by Lia Levi
tagged: audible, italiana e librialfemminile-2018
Igiene dell'assassino
really liked it
Igiene dell'assassino
by Amélie Nothomb
tagged: audible, librialfemminile-2018 e belga

goodreads.com

Visualizzazioni totali

Labels

  • Citazioni (12)
  • Faceto (2)
  • Film (1)
  • La funzione shuffle del cervello (1)
  • Le foto che amo (4)
  • Libri (5)
  • Musica del cuore (4)
  • Scrivere (4)
  • Serio (7)

recent posts

Blog Archive

  • settembre 2019 (1)
  • febbraio 2019 (2)
  • gennaio 2019 (1)
  • dicembre 2018 (1)
  • novembre 2018 (2)
  • giugno 2012 (3)
  • maggio 2012 (11)
  • aprile 2012 (2)
  • gennaio 2012 (2)
  • dicembre 2011 (9)

Lettori fissi

Created with by BeautyTemplates